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introducing Robert Crumb 2004 - On cartooning

Crumb racconta Philip Kindred Dick. Di più: racconta le esperienze di quello che per molti è un profeta della visione. Lo fa con lo stile caldo e affettuoso che si è con il tempo arricchito di sfumature plastiche, dell'uso del pennello che ha affiancato penne, pennini e pennarelli. Crumb fa parte di una cerchia ristretta, se volessimo giocare con le ipotesi mistiche della sua storia, una piccola perla che presentiamo ai lettori di Alias, potremmo azzardare che Robert Crumb è un miracolato. E' uno dei pochissimi che può vantare una seconda giovinezza, Se pensiamo alla produzione cult, quella di Fritz il gatto o Mister Natural ecc che lo resero l'idolo dei "figli dei fiori" oggi troviamo un approccio nuovo. Disegnatore di leggenda Robert Crumb, nel bellissimo documentario diretto da Terry Zwigoff (1994) e prodotto da David Lynch, chiarisce un equivoco storico: ha sempre detestato la musica psichedelica e il rock in genere. Cantore della musica "alternativa"? Troppo rumorosa. Lui era uomo di altri tempi, ossessionato dalla ricerca di vecchi settandadue giri in cui il blues del delta aveva inciso i suoi primi vagiti, Robert alternava le sue sedute al tavolo da disegno a un lungo peregrinare per le cittadine di provincia, cantina dopo cantina, con l'intento di ricostruire un patrimonio musicale che rischiava l'estinzione. "Dov'è finita la buona vecchia musica di una volta?" Ci si domanda in una memorabile storia a fumetti. Crumb racconta tutto questo, con gli anni si confessa in quel flusso di coscienza fumettistico che rende vita romanzata e autobiografia un tutt'uno indefinibile. Scopriamo così le storie di protagonisti squinternati che hanno fatto il Blues o il jazz degli albori, scrittori, fanfaroni, uomini della strada, camionisti, dideredati. Una cosmogonia B che costituisce il campionario di esistenza di un'America sincera e priva di ipocrisie pubblicitarie. Allo stile graffiante, ironico, il più delle volte scandaloso degli anni sessanta e settanta Robert Crumb sostituisce una visione affettuosa (ma mai sentimentale). Ci parla di quello che ama. Il film questo lo chiarisce molto bene. Crumb è un misantropo, una persona "difficile" e non ci sono molte cose che lo inteneriscono. Oggi la materia prima dei suoi racconti è costituita non più dal "desiderio" che aveva animato incubi grafici, e ossessioni sessuali, o reportage psichedelici. Oggi la materia prima è la "memoria" che è divenuta tema, atmosfera, testo stesso da illustrare. La prestigiosa Fantagraphics Books di Seattle (una delle due realtà fondamentali del Nord America per la "letteratura disegnata" o "graphic novel" come la chiamano da quelle parti) pubblica, da anni ormai, una edizione integrale delle sue opere. Oltre quarant'anni di produzione febbrile che riempiono decine di volumi. Ne sono stati stampati sinora una ventina e siamo ancora a metà strada). The complete Crumb è lo specchio di una evoluzione prodigiosa. Crumb non può stare fermo , il suo modo per osservare è disegnare. L'unico modo per rendere l'universo accettabile è organizzare in racconto le cose osservate e disegnate. Come Kerouak o Ginsberg o i colleghi della beat generation Crumb è fedele al motto primigenio: niente censura. Tutto è ammesso, il mostruoso che è in noi è invitato a palesarsi sul foglio. Poi si penserà se pubblicare o meno. Dopo anni di pratica, e attacchi da destra e da sinistra, Crumb è diventato una celebrità della controcultura; un cantore dell'America alternativa.
Poi, al solito, con l'andare del tempo, l'establishment accetta i suoi critici e tutto rischia l'imbalsamazione, Ed ecco il miracolo: la seconda nascita. Sono racconti con il taglio del resoconto, quasi reportage a fumetti. Meravigliosamente disegnati, disinvolti, pieni di considerazioni, scritti come si parla ad un amico. E' questa furia semplice e preziosa che costituisce la nuova, seconda voce, di Crumb. "The religious experience…" fu pubblicata per la prima volta nell'estate del 1986 siulle pagine di Weirdo. E' una storia di visioni, in cui Crumb, la sua persona spesso ingombrante e onnipresente, sembra scomparire nell'ombra di inediti chiaroscuri che fanno pensare al fumetto di una volta. E' Philiph K. Dick a parlare con noi lettori. Ritratto con sapienza (Crumb è un ritrattista formidabile, si esercita ogni giorno). Dick qui è ritratto nella sua quotidianità, e, magia del disegno, nelle sue visioni che si squadernano davanti ai nostri occhi senza il senso del ridicolo che avrebbero se fossero semplicemente raccontate. Crumb sa essere semplice, tenero, crudo e drammatico ma mai, lo ribadiamo, sentimentale.

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