Cara Midori,
sta arrivando il freddo anche a Tokyo, anche se non so se il vento che soffiava oggi fosse il Kitakaze, il famigerato vento del nord. Comunque il cielo grigio e nuvoloso dei giorni scorsi è stato ripulito da un vento forte e deciso. Oggi era tutto azzurro e si usciva volentieri.

Sono rimasto a lavorare qualche giorno e diverse sequenze sono venute fuori naturalmente. Adesso c'è quasi tutta la struttura del primo capitolo di 32 pagine. Devo ultimarlo e conto nel volo di ritorno (dato che sono 14 ore, se non dormo ho tempo di lavorare tranquillamente).

La cosa che mi interessa è che, a livello di narrazione, le cose che stanno nascendo sono piccoli quadri, in cui il bambino vive in un villaggio che sembra esistere davvero. Con tanti personaggi e dinamiche.
Non voglio farmi i complimenti da solo, che è cosa piuttosto patetica, intendo dire che nel delineare le personalità sono venute fuori diversi atteggiamenti. Ci sono sequenze in cui i personaggi mostrano lati anche constratsanti di sé. Come nella vita vera insomma.

Se c'è una cosa che ho sempre detestato è quel genere di fumetto che vuole essere una visione semplificata del reale. Negli anni 30 si facevano i cattivi cattivissimi e i buoni buonissimi. Eroi tutti d'un pezzo. Vederli con gli occhi di oggi può essere divertente, certo. Ma fare ancora questo genere di schematizzazioni mi pare idiota. La realtà è molto più ricca. Delicata e violenta, se ci si pensa.
Mi rendo conto che in questo l'influenza degli scrittori russi è stata per me fondamentale.
Chekov scriveva racconti perché faceva il medico. non poteva imbarcarsi in racconti lunghissimi o in un romanzo per mancanza di tempo e di concentrazione a lungo respiro.
Ma era uno che annotava continuamente. Anche Celati, che è uno scrittore italiano che ammiro molto ha casse di appunti. Io faccio lo stesso solo che i miei appunti sono anche visivi. Scrivo dialoghi e annoto sequenze, atmosfere. poi tutto questo diventa storyboard e poi stesura definitiva di fumetto.

Un lavoro di sedimentazioni. Occorre tempo. occorre fare una stesura e lasciare riposare. Come quando si fa una torta, che bisogna lasciarla lievitare.

A ogni modo le cose che mi avete raccontato Lei e Sua madre sono stati elementi preziosi per arricchire di dettagli il racconto e renderlo ancora più credibile.
La cosa che non racconterò è la velocità con cui la città cambia. E' spaventoso e affascinante ma qui a Tokyo le cose assumono una velocità vertiginosa. Per me, povero occidentale affezionato ai ricordi, è un colpo continuo.
Vado nei miei quartieri e trovo alcune tracce, ma molto è cambiato. Vecchie case demolite lasciano il posto ai palazzi. Si consuma, tutto si consuma. Si compera e si seguono nuove mode.
Io credo che a Tokyo lo spirito del vecchio Giappone stia scomparendo.

Ma forse sono troppo severo e poco profondo. Cerco di guardare con attenzione ma una città la si conosce a fondo se ci si vive e poi si parte. Viverci per conoscerla da dentro e partire per vederla da lontano. Io ci sono venuto tante volte ma La mia permanenza non ha mai superato i sei mesi consecutivi e questo non è sufficiente.

Shibuya è una chiave per capire la Tokyo moderna e creativa. Ci sono luoghi della musica in cui si respira una certa unicità. Tokyo legge i fenomeni stranieri e li reintepreta in un modo sempre personale e affascinante. Ho incontrato anche dei ragazzi che hanno una galleria e casa editrice indipendente, si chiama Presspop, la conosce? Sono di Kyoto e lavorano anche a Tokyo. Molto freschi, bravi, intelligenti. E' un piacere vedere le persone che lavorano con passione e fanno quindi (ovviamente) cose belle.

Leila trema perché non abbiamo il riscaldamento. O meglio c'è ma non sappiamo come funziona. Così mi immagino come si viveva qui un centinaio di anni fa. Ho comperato un chanchanko nuovo per i freddi di Parigi (anche lì non si scherza). Mi dicono che l'inverno è giunto anche in Italia. Lì a Roma è Italia o ancora fa caldo come in Sardegna?

Mi saluti il suo bambino che ho visto nelle foto a casa di sua madre, cresciuto tanto. Mi ricordo delle cose che mi raccontava di lui quando lavoravamo a Yuri. Adesso quanti anni ha?
A presto.

igort

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Yanaka

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