Sul mio tavolo da lavoro i libri di Pavel Florenskij. Non è facile entrare nel cuore di questo diamante del pensiero. Fisico, matematico, esteta, filosofo della scienza, teologo, monaco. Un vulcano di passione, che credeva in una mistica matematica e in una matematica mistica, esattamente come Pitagora, qualche secolo prima di lui.
Florenskij ha scritto molto su Pitagora, e su molte altre cose.
Per chi si preoccupi di rappresentare con il disegno, F. è una pietra miliare, un pensatore che ha esaminato la funzione del disegno nelle icone, spiegando la prospettiva rovesciata, che è il senso del fare, per questi monaci pittori che meditano mentre dipingono.
Ma il suo pensiero non è lineare. Il mondo, pare dirci F., passa attraverso l'antinomia. E da un punto di vista teologico la matematica insegna a comprendere il cosmo attraverso la legge di discontinuità.
Scrive al padre:
"L'assioma" di continuità è una ipotesi molto unilaterale, che in molti casi non regge le critiche. Il dualismo fra corpo e spirito, e una serie di altre problematiche, si possono affrontare con una concezione matematica, numerica. Applicando lo studio delle funzioni discontinue".
Questo gigante che verrà deportato nel 1933 e finirà ucciso con un colpo alla nuca nel 1937 aveva una concezione troppo complessa dell'esistere per poter sopravvivere al tempo delle purghe staliniane. Ha lasciato una quantità considerevole di testi che molti di noi, poco alla volta cercano di studiare.
L'idea: i quaderni mistici, raccontare tre figure fondamentali del pensiero russo. Florenskij, Gurdjieff, Blavatsky.
Il lavoro è cominciato da due anni oramai. E' ora che le pagine vedano la luce.