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Philip Roth lo amai moltissimo negli anni 80, e comprai tutti i suoi libri, compresi quelli introvabili che reperii rocambolescamente nei fondi di magazzino di certe librerie di provincia. Poi mi stufò, era ripetitivo e monocorde su certe ossessioni. Dopo anni ho ripreso a leggerlo e ho trovato cose meravigliose. Pastorale americana è un libro che mi accompagna per i viaggi. Me lo porto dietro e lo centellino, poche pagine al giorno. Ne ammiro la scrittura e lo sguardo, Spesso ascolto Fahrenheit su radio 3 e sorprende la superficialità di certi scrittori, che non affinano lo sguardo e si accontentano di una visione superficiale dell'uomo. Imparare da Roth, imparare dai grandi, che ci insegnano a vedere.