igort - shopping
igort - shopping
playlist
Poco prima della primavera 2005 - Every day life

Vado a Barcellona, località "la floresta" a trovare Sampayo. Stiamo pensando a nuove storie insieme. In testa ho tanti progetti e cerco una scrittura per arrivare a raccontare in maniera fluida tutte le cose che vorrei (sul mio comodino si affastellano i block notes e le sceneggiature da disegnare. Mi domando se riusrirò a ragiungere, con i disegni, la velocità con la quale elaboro racconti e mettermi finalmente al passo. E' tutta la vita che sono in ritardo.)
Il viaggio passa in fretta, dormo, leggo, ascolto musica (africana).

La casa di Carlos è una casa in collina circondata dal verde, al suo interno migliaia di libri e dischi. Mi ambiento dopo poco, sembra di essere a disneyland, guardo, anzi studio, le cose. Nella casa, come
nella mente di Carlos ci sono infiniti collegamenti tra cose e pensieri, correnti e scrittori, musicisti e pensatori.

Cominciamo a parlare, poco a poco, per stanare l'idea in maniera che cresca armoniosa.

In un paio di giorni mi trovo a disegnare i personaggi della storia che stiamo progettando mentre lui, nel tavolo di fronte batte al computer la storia, la struttura, il piano dell'opera e scrive le prime scene.
Il lavoro cresce parallelamente su due livelli, quello grafico e quello narrativo. Lentamente si stanno definendo ritmo, taglio da dare ai personaggi, presenza degli avvenimenti storici e via dicendo.

Non ho mai lavorato in questo modo, nel senso che di solito quando progetto le mie storie o disegno o scrivo. Mai le due cose nello stesso momento.
Amici come David B, o lo stesso Gipi per esempio lavorano più in maniera simultanea.

Ogni strada presa, a ogni modo, diventa una storia e definisce un "metodo di conoscenza".

TIK TIK TIK TIK. Sampayo scrive veloce mentre io lavoro in silenzio a matita.
Inevitabilmente penso a quella celebre scena di Alack Sinner in cui Munoz e Sampayo lavorano uno di fronte all'altro. Ascoltano la radio e fumano. Uno disegna ciò che l'altro sta scrivendo (con un vantaggio di qualche pagina sul disegnatore). vera e propria fucina, locomotiva di racconto in marcia. Quelle scene furono per me, che all'epoca stavo cominciando a fare fumetti una grande ispirazione. Davano l'idea di cosa fosse lavorare per costruire racconto. Erano epos puro del cartooning, un po come l'articolo (di Del Buono? Forse, è possibile) su un libro di Dick Tracy della Milano libri nel quale si descriveva Gould al lavoro con gli assistenti alle sei del mattino per fare le famose strisce giornaliere di Tracy.

Idea di fumetto come pane. cotto, sfornato caldo e mangiato nella giornata. Senza dolore, menate, ispirazione, prosopopea. come puro artigianato ma con carattere, genio, scintilla e passione.
Niente di impiegatizio, puro talento insomma.

Lavorare in discesa, è possibile, a patto di essere un buon sciatore.
Altrimenti si finisce col culo per terra o con le ossa rotte.

Un'altra fase sta per cominciare. "E' il principio di una nova vita"
Forse.