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Fats Waller - CHARACTERS AND PLACES
<span class='poptitle'>[CHARACTERS and PLACES]</span> Fats Waller

Thomas Fats Waller, un musicista brillante, un uomo tormentato ma baciato dalla fortuna. Mi ero da poco trasferito a Parigi e ascoltavo TSF Jazz, una delle radio specializzate della capitale francese. Questa emittente è una delle mie preferite in assoluteo. Il perché è presto detto, sanno parlare delle cose che trasmettono con competenza. Ogni mattina alle nove c’è la monografia di un autore, passato o presente e la domenica la replica di tutte le puntate. Così cominciai ad ascoltare la storia di Fats. Man mano che passavano i giorni mi rendevo conto che quella musica ma anche la storia della sua vita erano materia per un racconto formidabile. Io, come ho già avuto modo di scrivere, con la musica Jazz ci ero cresciuto. Con la musica in genere a dire il vero, mio padre era compositore e ascoltavamo moltissima musica. Gli piaceva molto la musica classica, a mio padre, ma, essendo una mente particolarmente aperta, non so faceva distinzione di “genere” era quindi naturale che Blues e Jazz facessero compagnia a Strawinski e Behetoven. Ascoltare la storia di Fats era quindi un modo per irevocare le immagini della mia infanzia in un certo senso; La musica ha sempre suscitato in me visioni, idee, fantasie. La cosa che volevo disegnare era una Harlem pullulante di vita e talento, con molte storie che si intrecciavano; Telefonai a Carlos, cominciammo a parlare. Sampayo è uno degli sceneggiatori che ho sempre amato, uno che è sempre stato capace di commuovermi. Ma, come tutti i grandi, piuttosto esigente. Così, anche se eravamo amici e sapevo che stimava il mio lavoro gli chiesi timidamente se se la sentiva di riprendere in mano la nostra vecchia idea (vecchia di oltre vent’anni a dire il vero) di fare una storia a quattro mani;
“Senza fare la biografia anedottica” fu la condizione che carlos pose per cominciare a lavorare. Così siamo partiti, attorno a gennaio del 2002. Questa piccola serie, due volumi, che a novembre del 2004 Casterman raccoglie in cofanetto, è nata senza troppo pensare. In maniera spontanea e sotto la stella brillante e giosiosa della musica di Fats. Per me questi due volumi significano molto. Sono un ritorno al colore dopo tanti anni. Un affresco complesso che Carlos ha cesellato attorno all’idea di una catastrofe imminente (la seconda guerra mondiale che fara smettere a tutti la voglia di ridere e divertirsi) e alla personalità articolata di Fats, costretto dall’industria dello show business americano a diventare bidimensionale, un istrione simpatico, un personaggio da cartoon piuttosto che un uomo di talento immenso, divertente certo, ma anche malinconico, contemplativo, triste e contradditorio.