Wolfe è un uomo di parole. Un colletto bianco dell'industria del crimine. Quando lui parla la gente muore o viene punita; per questo sono così importanti i silenzi che ogni tanto lo circondano, rendendolo ancora più temuto. La sua prima apparizione è nella storia Sinatra (pubblicata in Italia da Coconino press e in Francia da Amok). Ma penso che non mancherà di fare la sua comparsa ancora e ancora. Fa parte del teatrino della crudeltà che è una certa New York nella mia testa. Wolfe non è solo un uomo della vecchia guardia incallito nelle sue convinzioni, è semplicemente un tecnico della legge di causa effetto. Gli affari sono affari e se qualcosa o qualcuno cercano di ostacolarli verranno semplicemente spazzati via senza troppi complimenti. Mi interessava raccontare il distacco, un fare "tecnico", un modo di inquadrare il mondo visto con le lenti di un semplice meccanismo.